Attenzione, prego! ADHD ed epilessia in età pediatrica

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Cos’è l’ADHD?

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, comunemente noto con l’acronimo ADHD, rientra nella categoria dei disturbi del Neurosviluppo, disturbi che interferiscono con il normale sviluppo della persona e ne compromettono il funzionamento sociale, scolastico o lavorativo. Sebbene il comportamento iperattivo e impulsivo possa far credere si tratti di un disturbo comportamentale, non lo è!

L’ADHD esordisce nell’infanzia, generalmente prima degli 8 anni, e spesso permane in età adulta. Per una corretta diagnosi è necessario che i sintomi siano presenti in almeno due ambiti e che i livelli di disattenzione, impulsività e/o iperattività siano invalidanti.

 

Disattenzione

Si manifesta soprattutto durante attività ripetitive e noiose o in situazioni ludiche in cui il bambino passa frequentemente da un gioco all’altro, senza completarne nessuno. Chi presenta un tratto prevalentemente disattento generalmente ha difficoltà in:

  • restare concentrato sul compito
  • seguire le istruzioni
  • focalizzarsi sui dettagli
  • ricordare le cose durante le attività di vita quotidiana

 

Iperattività – impulsività

Chi presenta un tratto prevalentemente iperattivo – impulsivo invece ha i seguenti sintomi:

  • difficoltà a restare seduto
  • eccessiva loquacità
  • difficoltà nell’organizzare o impegnarsi in attività
  • eccessiva vivacità (il bambino corre o si arrampica e salta sulle sedie)
  • difficoltà nel rispettare il turno nella conversazione

 

Cos’è l’epilessia?

L’epilessia è una condizione neurologica che si caratterizza per episodi ricorrenti di crisi convulsive, nonché dei movimenti muscolari bruschi e ripetuti in maniera stereotipata, spesso associati ad una momentanea sospensione dello stato di coscienza.

Le crisi epilettiche, o convulsive, sono eventi clinici causati da una scarica elettrica anomala a livello della corteccia cerebrale. Ma quali tipi di crisi ci sono?

  • Si parla di crisi parziali quando il focus epilettogeno interessa un solo emisfero cerebrale, provocando sintomi diversi in relazione all’area cerebrale coinvolta. Possono insorgere quindi disturbi sensitivi, formicolio, movimenti anomali, fenomeni visivi o gustativi o alterazioni del comportamento. Le crisi parziali si classificano ulteriormente in crisi semplici e complesse, che si differenziano poichè queste ultime implicano una compromissione dello stato di coscienza;
  • Si parla di crisi generalizzate quando sono coinvolti entrambi gli emisferi. Fra queste, le più comuni sono le assenze e le crisi tonico-cloniche, definite rispettivamente piccolo e grande male a seconda dei sintomi riportati. Infatti, nelle crisi di assenza la persona diventa incosciente e di solito non presenta disturbi motori e non cade; nel caso delle crisi tonico-cloniche, invece, la persona può cadere a terra a seguito di contrazioni muscolari.

 

ADHD nell’epilessia

L’ADHD si presenta con una frequenza maggiore del normale nei bambini che soffrono di epilessia: il tasso di prevalenza infatti è pari al 7-9% nella popolazione pediatrica generale, ma incrementa sino al 30-40% nei pazienti in età pediatrica con epilessia.

I sintomi dell’ADHD sono presenti frequentemente durante l’insorgenza della prima crisi, suggerendo si tratti di una condizione di comorbidità e non una conseguenza della sindrome epilettica o dei rispettivi trattamenti. E, se comparati ai bambini con ADHD che non soffrono di epilessia, quelli con ulteriore diagnosi di epilessia sono esposti anche al rischio di sviluppare una serie di problemi cognitivi, comportamentali ed emotivi.

Inoltre, diversi studi riportano che i sintomi dell’ADHD possono intaccare negativamente la qualità di vita dei giovani con epilessia più di quanto facciano le crisi epilettiche. Difficoltà di attenzione sono riportate sia in bambini con epilessie a prognosi più favorevole, che nelle epilessie sintomatiche farmacoresistenti.

Un’altra importante considerazione è la relazione tra il tipo di sindrome epilettica e il rischio di comorbidità con l’ADHD: alcuni studi hanno rilevato una maggiore presenza di problemi attentivi nel caso di epilessie dovute a problemi a carico del lobo frontale rispetto ad altre aree cerebrali. Questo perché le funzioni esecutive, inclusi i controlli inibitori e il controllo e la pianificazione dei comportamenti, sono proprio a carico dei lobi frontali.

L’ADHD è anche comunemente riscontrato nei bambini con Epilessia Assenza, in cui si presentano difficoltà nell’attenzione visiva sostenuta, nell’attenzione verbale e non verbale e nella memoria.

Nei giovani con epilessia è spesso noto l’impatto dell’ADHD anche su altri disturbi comportamentali come il disturbo oppositivo provocatorio (ODD), in cui il giovane mostra ostilità persistente e rabbia immotivata, e il disturbo intermittente esplosivo (IED), in cui si esplicano espressioni di rabbia sproporzionate alla situazione.

 

Trattamento

Nei casi di comorbidità, è importante identificare da subito i sintomi di ADHD ed iniziare quanto prima la giusta terapia, così da evitare le conseguenze negative a lungo termine che il disturbo comporta. L’obiettivo è di aiutare la persona a controllare i sintomi, aumentare il benessere psicologico e gestire le relazioni sociali.

In quest’ottica, il coinvolgimento della famiglia è determinante! È bene quindi informare tutti i componenti del nucleo familiare circa i disturbi ed i relativi sintomi, così da favorirne la comprensione e offrire un aiuto concreto in termini di gestione dei comportamenti e delle annesse conseguenze.

 

Ludovica Lops 
Dott.ssa in Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive

 

Bibliografia

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