C’è un mostro sotto il letto

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Quali e quante sono le paure che possono provare i bambini?
Come reagiscono di fronte a una situazione che scatena questa emozione?

Insieme a rabbia, tristezza, disgusto, gioia, la paura è una delle emozioni universali ed è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Tutti noi abbiamo provato paura e abbiamo sperimentato gli effetti di questa emozione sul nostro corpo.

Le manifestazioni della paura comprendono:

  • segnali cognitivi, quali pensieri, fantasie o immagini mentali ricorrenti (es., “Penso che nel buio ci sia un mostro”);
  • fisiologici, quali sintomi somatici tipici dell’attivazione fobica (es., mal di pancia, sudorazione, irrequietezza motoria o al contrario irrigidimento, nodo alla gola);
  • comportamentali, quali evitamento e richiesta continua di vicinanza e rassicurazione.

Talvolta le manifestazioni comportamentali comprendono anche pianto, scoppi di ira o l’aggrapparsi in modo esasperato alla figura di riferimento.

Esistono diversi tipi di paure ognuna di esse può essere rappresentata a diversi livelli.

  • Le paure innate, sono quelle presenti sin dalla nascita, dipendono dall’immaturità del sistema nervoso, non ancora in grado di attribuire il significato corretto ai vari imput sensoriali. Esempio (separazione dalla figura di riferimento, spavento per i rumori troppo forti);
  • le paure legate all’età, che compaiono proprio quando il bambino si ritrova ad affrontare nuove esperienze (inizio scuola), ma anche causate dalla difficoltà nel distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è (mostri, fantasmi, streghe, buio);
  • le paure apprese, non presenti dalla nascita, ma determinate da un evento, o imparate per imitazione: se la mamma ha paura dei cani è probabile che il bambino sperimenti la stessa paura per averla vissuta attraverso la figura di riferimento.

A livello emotivo, davanti a un pericolo entrano in gioco i nostri pensieri e le nostre credenze, sulla base anche delle esperienze passate: per esempio, se abbiamo già superato con successo una situazione di difficoltà, avremo sicuramente la sicurezza necessaria per gestire la paura e fronteggiarla nella maniera più appropriata.

Al contrario invece, un evento nuovo o precedentemente traumatico, può amplificare lo stato di allerta e portarci ad una risposta disfunzionale.

Il nostro dialogo interno molte volte può farci stare bene, oppure ci può ancor di più preoccupare, è importante capire i pensieri “spaventosi” dei bambini. Proviamo ad immaginare sulla nostra spalla un grillo parlante, che ogni momento della giornata parla, parla, parla, dice cose negative su di noi, sulla nostra capacità di far fronte a situazioni, sicuramente ci sentiremo insicuri e vulnerabili. Il grillo parlante è così bravo a trasformare piccoli problemi in ostacoli insuperabili.

Ma quindi cosa dobbiamo fare quando incontriamo la paura? Scappiamo o affrontiamo?

Andare incontro alla paura, affrontarla e capire di poterla gestire per piccoli passi, eliminerà il nostro “mostro” sotto il letto, ogni volta che fuggiamo da qualcosa che ci spaventa, infatti, la paura diventa sempre più forte, il “mostro” sempre più aggressivo. Quindi, non scappiamo ma affrontiamo, sicuramente rispettando i tempi del bambino, il consiglio è quello di non forzare mai il piccolo, di validare la sua emozione anche se, agli occhi di un adulto può sembrare ridicola, cerchiamo di entrare nella sua paura e di comprenderne la sua interezza, l’importante è che le sfide non siano mai superiori alle effettive capacità del bambino di favi fronte.

Ci sono delle strategie che si posso utilizzare con l’aiuto di un esperto, che possono diventare delle vere e proprie alleate perché hanno la capacità di ridurre la percezione di stress e paura. La prima cosa che fa la paura è provocare un’accelerazione del battito cardiaco e modificare il modo in cui respiriamo, appena avvertiamo queste sensazioni, possiamo cercare di spiegare al bambino come tenere sotto controllo la paura, controllando il respiro, controllando il ritmo, il tempo e il modo del suo respiro, cercando di renderlo profondo ed efficace. Per poterlo fare possiamo dire al piccolo di mettere una mano poggiata sul petto e una sull’addome e concentrarci sul respiro, questo è modo molto efficace per prendere maggiore consapevolezza del proprio corpo, tranquillizzare la mente e sciogliere eventuali tensioni.

La paura ci intrappola, ci blocca, ci ruba pezzi di vita, occasioni di relazioni e socialità e rischia di ostacolare i nostri sogni e desideri. Ma imparare a riconoscerla, gestirla e attraversarla, fino a liberarcene, è una delle esperienze più belle che ci possa capitare.

Vincere la paura è come liberarci da una gabbia nella quale eravamo rinchiusi.

Sara Valente

Psicologa

 

Bibliografia

-Lawrence J. Cohen e Grazia Maria Torasso. Le paure segrete dei bambini. Come capire e aiutare i bambini ansiosi e agitati, Feltrinelli

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