“E SE INVECE … ?” Immaginare scenari alternativi: il pensiero controfattuale

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Dott.ssa Laura Rizzo – Psicologa

Hai un colloquio di lavoro importante per l’azienda presso cui hai sempre sognato lavorare. Finalmente dopo tanti anni è arrivata la tua occasione: ti hanno fissato un appuntamento per mercoledì alle 9,30. Ti richiedono massima puntualità, requisito essenziale per fare loro una buona impressione e che verrà notata sin da subito.
Arriva il giorno tanto atteso. Sveglia puntata alle 6 per fare tutto con largo anticipo, ti alzi, fai subito una doccia, fai colazione, indossi gli abiti accuratamente scelti la sera precedente. Sistemi i capelli, indossi la giacca, accarezzi il cane. “Torno presto!” e saluti il tuo partner. È la giornata perfetta per dare una svolta alla tua vita, l’occasione che aspettavi è dietro l’angolo! Chiudi la porta, scendi le scale, arrivi alla macchina. Frughi in borsa. Oh no! Ti accorgi di non avere con te le chiavi. Così torni indietro, sali affannosamente le scale, entri in casa e inizi a cercarle dappertutto. Ma niente, non le trovi. Intanto il tempo passa.

Cerchi di ricordare dove hai potuto poggiarle, inizi a cercare in tutte le borse, frughi nelle tasche dei jeans, dei giubbini. Chiedi al tuo partner, guardi persino il cane, temendo possa essere lui il colpevole. Il tempo continua a scorrere. Guardi l’orologio, la tua agitazione aumenta, inizi a pensare che non ce la farai ad arrivare in orario. Inizi a ripercorrere mentalmente tutto quello che hai fatto il giorno precedente. Pensi ai luoghi in cui sei stata, alle persone che hai incontrato. Ti sforzi di pensare esattamente alla sequenza di azioni e di eventi che si sono susseguiti.

All’improvviso eureka! Ricordi di essere entrata in casa con la busta della spesa ed è stata l’ultima cosa che hai fatto con le chiavi in mano. Così vai verso la dispensa e le trovi lì, posate comodamente tra i cartoni del latte. In un motto di sollievo lanci un’occhiata all’orologio. Sono le 9,25, non ce la farai mai ad arrivare in tempo. È troppo tardi. Le persone che stavano aspettando te stanno facendo entrare un altro candidato, che otterrà il posto che avevi sognato da sempre. Hai perso quell’occasione che avrebbe dato una svolta alla tua vita.

Quante volte ti sarà capitato di pensare che se avessi trovato la chiave al primo tentativo, se avessi preso una decisione diversa, se fossi uscito da casa dieci minuti prima, se non avessi perso il treno, le cose sarebbero andate diversamente?

Ogni nostra azione ha delle conseguenze ed è un processo del tutto normale rimuginare su ciò che è successo, immaginando scenari alternativi che non si sono verificati ma che si sarebbero potuti verificare. Si tratta del cosiddetto “pensiero controfattuale”.

Il pensiero controfattuale ha un effetto negativo quando si trasforma in ruminazione, poiché la persona entra in una spirale in cui non fa altro che pensare in maniera quasi ossessiva a come sarebbero potute andare le cose se avesse fatto qualcosa di diverso. L’overthinking, ovvero il pensiero eccessivo e senza sosta, fa si che la persona sia completamente assorta nei suoi pensieri legati ad azioni passate da essere cieca a stimoli nuovi, che non vengono affatto percepiti. La ruminazione costante su ciò che si sarebbe potuto fare e che non si è fatto, alimenta emozioni quali frustrazione, senso di colpa e ansia per il futuro, rappresentando un ostacolo nella vita di tutti i giorni, condizionando scelte e decisioni future e tenendo la persona legata ad un passato che si convincerà sempre più di non aver vissuto al pieno delle sue possibilità.

Il pensiero controfattuale ha diverse funzioni. Esso ha innanzitutto una funzione regolativa, di tipo consolatorio, dello stato affettivo e porta la persona a pensare a quanto le cose sarebbero potute andare peggio, facendo in modo che possa accettare più facilmente gli eventi negativi e le situazioni difficili, sperimentando emozioni positive come il sollievo. In secondo luogo, il pensiero controfattuale consente alla persona di apprendere dall’esperienza e di identificare comportamenti alternativi per raggiungere l’esito desiderato se dovesse verificarsi nuovamente la stessa situazione. In questo caso, tornando alla vignetta precedente, ripensando a quanto accaduto capiresti l’importanza di mettere le chiavi sempre nello stesso posto in modo da trovarle facilmente e non perdere altre occasioni. In questo modo l’apprendimento basato sulle cause e gli effetti consentirà alla persona di utilizzare in modo differente l’episodio vissuto, evitando le conseguenze indesiderate.

Ciò che caratterizza il pensiero controfattuale sono tutte considerazioni perfettamente umane ma che portano il soggetto a stare male perché la ricerca di senso caratteristica dell’essere umano lo porta a costruire delle teorie ipersemplificate che generano disadattamento quando vengono generalizzate ad altre situazioni.

Cosa fare allora per non cadere sotto scacco del pensiero controfattuale? Rimaniamo nel qui e ora! Abbiamo fatto una determinata scelta, abbiamo preso una determinata decisione, abbiamo imboccato una certa strada, ricordiamo sempre che la strada che facciamo viene tracciata nel momento stesso in cui camminiamo e ogni volta che prendiamo una decisione, chiudiamo alcune porte e inevitabilmente ne apriamo altre. Non è forse questo è il bello dell’essere umano?

Dott.ssa Laura Rizzo – Psicologa

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Questo articolo ha un commento

  1. Maria rosaria Totaro

    Bellissima??

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