Il Disegno: strumento per comunicare le emozioni

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I bambini utilizzano diversi strumenti per comunicare le proprie emozioni agli adulti. Tra questi vi è il disegno che permette di capire, attraverso l’analisi di alcuni indici, non solo le loro emozioni ma anche il loro carattere.

Ma cosa bisogna osservare? E da dove iniziare?

Innanzitutto bisogna prendere il foglio e dividerlo in quattro parti uguali. Questo permetterà di fare l’analisi del primo indice: la localizzazione nello spazio. Se il bambino ha disegnato su tutte le zone del foglio, vuol dire che si è mosso liberamente senza impedimenti emotivi o caratteriali; al contrario, se il bambino si è limitato a disegnare in una sola parte del foglio.

Il secondo indice è la dimensione del disegno. Un bambino che sta bene nello spazio vissuto fino a 6 anni tenderà a disegnare figure che sono alte tanto quanto il foglio; se un bambino non si trova bene nello spazio, tenderà a non esplorarlo globalmente e a realizzare un disegno di grandi dimensioni collocato in una parte del foglio.

Il terzo indice è la pressione della penna o del colore sul foglio; insieme ad essa bisogna considerare l‘impugnatura e i movimenti che il bambino compie sul foglio. Ad un’impugnatura costretta si associa prevalentemente una pressione forte sul foglio, dei movimenti tendenzialmente ampi, vigorosi e disordinati, dei tratti prevalentemente spezzati e a punta; al contrario, ad un’impugnatura ergonomica si associa una pressione normale sul foglio, un tratto prevalentemente circolare, dei movimenti più seguiti e più morbidi. Quest’ultima è l’impugnatura più semplice dello strumento che tende a non sovraccaricare il braccio, il polso e la mano.

Bisogna inoltre considerare le esitazioni e le cancellature che potrebbero far pensare ad una tensione emotiva. Insieme ad questi indici, bisogna analizzare le distorsioni nella forma e nel colore come, per esempio, una mano grande o una bocca sproporzionata rispetto il volto che potrebbe indicare esperienze positive se realizzate in un disegno sereno, viceversa se realizzate in un disegno negativo.

Altri indici da considerare sono le parti mancanti cioè le parti che il bambino non disegna. Esse non sempre hanno il significato di paura e timore di realizzare e non sempre rimandano ad emozioni spiacevoli e da evitare, anzi possono essere indice di stanchezza.

Infine, non per importanza, bisogna considerare i colori utilizzati dal bambino.

È importante ricordare che il bambino piccolo si esprime principalmente con i colori primari che sono quelli esistenti in natura cioè il rosso, il blu e il giallo.

Il colore rosso è associato a diversi elementi come il fuoco, il sangue, l’amore, la passione… ma cosa esprime realmente? Esprime l’intensità delle emozioni a livello corporeo come frustrazione e rabbia oppure amore e serenità. Per esempio, se il bambino disegna il fuoco potrebbe rappresentare il fuoco che distrugge ma anche il fuoco che riscalda.

Poi c’è il giallo, colore della vitalità intellettiva ossia la capacità del bambino di esprimere la sua vitalità attraverso il pensiero e la creatività cognitiva.

Infine c’è il blu, colore freddo, che rappresenta la calma e la serenità.

Ad un certo punto, arriva il momento in cui il bambino inizia a mescolare i colori primari e dà vita a quelli secondari tra cui l’arancione che rappresenta la “vitalità matura” ossia la capacità del bambino di adattare la sua creatività, la sua intensità nell’espressione ai diversi contesti; il viola, colore utilizzato in contesti socializzanti in cui il bambino media tra il rosso (che esprime l’intensità delle emozioni a livello corporeo) e il blu (che esprime l’attenersi a delle regole, quindi la capacità del bambino di calmarsi); il marrone, colore della maturità e della solidità infatti è associato alla terra e al tronco dell’albero; il nero, colore associato culturalmente al lutto, alla perdita e all’oscurità che fa paura. Ma ha sempre questo significato? Assolutamente no! Bisogna sempre vedere il contesto generale del disegno; il rosa, colore della sensibilità emotiva in quanto deriva dall’unione del rosso (analizzato precedentemente) e il bianco, colore della purezza d’animo; infine il verde, colore della calma perché associato alla natura.

È importante, per leggere in modo completo e corretto un disegno, sapere e ricordare che:

  • bisogna conoscere il bambino o per lo meno essere presenti mentre realizza il disegno;
  • il bambino deve scegliere liberamente di esprimersi attraverso la realizzazione del disegno;
  • bisogna chiedere al bambino, attraverso domande indirette, cosa sta succedendo nel disegno e successivamente analizzare i vari

 

Dott.ssa Valentina Francioso

Psicologa

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