Le funzioni dei comportamenti stereotipati nell’autismo: verso una comprensione più profonda

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Le funzioni delle stereotipie comportamentali all’interno del disturbo autistico è stata, con il passare del tempo, oggetto di studio di numerose ricerche in quanto i comportamenti ristretti e ripetitivi sono diventati sempre più caratteristiche essenziali di tale sindrome al pari della compromissione della comunicazione e dell’interazione sociale.
Il disturbo dello spettro autistico è infatti un disturbo del neurosviluppo che si manifesta nella prima infanzia con difficoltà espressive e relazionali, accompagnato da pattern di comportamenti, interesse o attività ripetitivi e ristretti che possono presentarsi con forme più o meno pronunciate.

Quali sono i diversi tipi di stereotipie?

Esistono diversi tipi di comportamenti stereotipati nel distrubo dello spettro autistico nei bambini e negli adulti che, in linea di massima, comprendono:

  • stereotipie motorie semplici (battere le mani, schiocchiare le dita, ecc..),
  • uso ripetitivo di oggetti (far ruotare monete, mettere in fila i giochi, ecc…)
  • eloquio ripetitivo (uso stereotipato di parole, ecolalia, ripetizione immediata o ritardata di parole ascoltate, vocalizzazioni, ecc…).

Tali comportamenti stereotipati assumono spesso per le persone vicine connotazioni negative, in quanto si ritiene istintivamente che essi possano essere sempre disfunzionali e limitanti per la persona autistica. Comprenderne le funzioni risulta essere pertanto essenziale per approcciarsi, come caregiver e come clinici, in maniera quanto più significativa possibile alle loro manifestazioni.

Quali sono allora le loro funzioni?

Per rispondere a questa domanda, è utile provare a distinguere tra il concetto di “funzione” delle stereotipie nell’autismo e quello di “conseguenze o effetti”, causate dalle stesse. Il termine “funzione” indica intrinsecamente un adempimento, ovvero la capacità di rendere possibile il verificarsi di qualcosa con connotazioni positive. Nel caso di persone autistiche infatti le stereotipie, oltre a dare piacere, permettono spesso di:

  1. Ritrovare e mantenere la concentrazione durante un’attività
  2. Affrontare stimoli dell’ambiente particolarmente difficili
  3. Controllare le proprie emozioni

Le conseguenze e gli effetti che producono nell’ambiente circostante possono essere invece spesso disfunzionali e limitanti, soprattutto quando i comportamenti stereotipati vengono stigmatizzati, quando rendono difficile gli apprendimenti in diversi contesti o quando si manifestano in modo particolarmente intenso e frequente.

Nonostante la problematicità delle conseguenze che causano, comprendere il significato sotteso a tali comportamenti può essere utile per adeguare l’approccio delle persone vicine e rendere i trattamenti più efficaci, distinguendo i svariati momenti in cui si manifestano e modulando i rinforzi dell’ambiente in modo flessibile in base alle situazioni.

Pertanto, è giusto provare ad eliminare tali comportamenti?

Considerato che i comportamenti stereotipati sono una caratteristica essenziale del disturbo dello spettro autistico, nonchè una propria modalità espressiva provare ad eliminare tali comportamenti risulta alquanto controproducente. Difatti, a meno che la stereotipia non sia pericolosa per sè e per gli altri, i trattamenti mirano alla comprensione della funzione che essa svolge sul singolo individuo, calandosi il più possibile nel suo mondo e provando ad offrire contesti ambientali stimolanti e nuovi.

Solo quando i comportamenti stereotipati sono conosciuti e condivisi possono infatti essere modulati nella loro rigidità, rispettandone sempre il significato più profondo e vario che assumono nelle diverse circostanze.

Bibliografia:
American Psychiatric Association, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione
DSM-5, Raffaello Cortina Editore, prima edizione 2014.

Sitografia:
https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/sipes/article/download/1792/1722/6486
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2598746/

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