Lo straordinario potere delle emozioni

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Che cosa sono le emozioni?

Emozione – dal latino emovere, che significa “rimuovere, tirare fuori, scuotere”. Quindi possiamo considerare un’emozione come qualcosa che ci spinge, che ci fa uscire dal nostro abituale, ci fa muovere. Attualmente, l’emozione è definita come una risposta affettiva intensa e breve che si produce come reazione di fronte ad un avvenimento o ad una determinata situazione. Prima del 1830, si usavano espressioni diverse quali “incidenti dell’anima”, “sentimenti morali”, o “passioni”. Tuttavia, il neuroscienziato António Damásio sottolinea l’importanza di distinguere tra emozione, sentimento e stati d’animo, termini che solitamente si usano in maniera indistinta.

  • Le emozioni sono esperienze coscienti che implicano un’alta attività cerebrale e hanno una valutazione positiva o negativa;
  • Gli stati d’animo sono emozioni prolungate nel tempo e con una certa stabilità;
  • I sentimenti sono le sensazioni coscienti delle emozioni e avrebbero una durata variabile; per ciò che concerne le passioni, sarebbero sentimenti con una carica emotiva più forte.

Le emozioni sono in grado di alterare componenti del nostro organismo poiché non hanno soltanto una dimensione mentale, bensì anche corporea. Ad esempio, provocano uno stato di allerta fisiologico, con tipici gesti liberi e disinibiti, soprattutto a livello del volto, ma anche nel resto del corpo. Molti di questi gesti hanno una componente comunicativa, pertanto parliamo di espressione facciale o linguaggio del corpo. È interessante come le emozioni sono modulate dalla nostra personalità, dalla motivazione, dallo stato d’animo in cui ci troviamo, dal contesto e dal nostro temperamento: in due momenti distinti la stessa situazione può provocare emozioni molto diverse nella persona.

Stabilire i tipi di emozioni esistenti non è certo un compito semplice. Nonostante ci siano stati numerosi tentativi di classificare le emozioni, non è ancora stato raggiunto un accordo unanime tra gli specialisti. La classificazione condivisa dalla maggior parte degli esperti è quella che distingue le emozioni in:

EMOZIONI DI BASE (O PRIMARIE) che hanno tutti i mammiferi e che non hanno bisogno della coscienza, come la paura, la sorpresa, l’avversione, l’ira, l’allegria o la tristezza.

EMOZIONI COMPLESSE che sono delle strutture conoscitive elaborate, per le quali sono necessari una previa elaborazione della mente e anche uno scambio tra la parte razionale del cervello (corteccia cerebrale) e il responsabile dei comportamenti emotivi (sistema limbico); tra queste troviamo l’invidia, la gelosia o il rancore.

Lo psicologo statunitense Paul Ekman, a conclusione dei propri studi, riunì oltre 7000 espressioni del volto umano in sei grandi emozioni comuni a tutta l’umanità: allegria, tristezza, disgusto, ira, paura e sorpresa. Chissà se il nostro futuro e l’evoluzione delle nostre società abbiano in serbo per noi emozioni che oggi nemmeno conosciamo.

A cosa servono le emozioni?

Le emozioni sono un tratto comune e ancestrale dell’essere umano; gli esperti ritengono che esse svolgessero funzioni utili prima ancora che dell’esistenza delle nostre società moderne. Oggi c’è un ampio consenso nel considerare le emozioni come il risultato della nostra storia evolutiva, per cui abbiamo ereditato dai nostri antenati certi meccanismi che all’epoca erano utili per massimizzare la sopravvivenza della specie e aumentare il benessere dell’individuo, permettendo la riproduzione. Quindi sembrerebbe che le emozioni svolgano tre funzioni:

  1. Funzione di adattamento: si pensa che le emozioni generino risposte appropriate dinanzi alle sfide ambientali; la paura, ad esempio, ha rappresentato un enorme vantaggio evolutivo: ci spingeva a nasconderci e a fuggire dal pericolo, esattamente come accade ora.
  2. Funzione motivazionale: implica la capacità delle emozioni di intervenire nei processi decisionali; per esperienza, sappiamo che gli stimoli emotivi entrano in gioco quando si tratta di prendere delle decisioni, spesso anteponendosi al criterio razionale, originando un dilemma morale tra il comportamento che adotteremmo se ci lasciassimo guidare dalla ragione e quello che seguiremmo se invece prevalesse la risposta emotiva.
  3. Funzione nella comunicazione tra gli esseri umani: è ovvio che l’espressione delle emozioni ci permette di prevedere il comportamento delle persone, e ciò ha un innegabile valore nei rapporti interpersonali e nell’adattamento all’ambiente sociale. Le emozioni, quindi, sono un’importante impalcatura delle nostre relazioni sociali.

Dove risiedono le nostre emozioni?

Le emozioni, come qualsiasi funzione mentale, risiedono nel nostro cervello. Tuttavia, se avessimo un microscopio potentissimo capace di visualizzare le singole cellule in azione, come non potremmo vedere le fotografie degli amati che ricordiamo, né gli odori che ci evocano ricordi, né una sequenza di istruzioni per imparare ad andare in bicicletta, non vedremmo nemmeno una traccia delle emozioni. Nel nostro cervello, la paura, la passione, l’amore, il dolore, sono cellule nervose, i neuroni, che producono impulsi elettrici che saltano dall’uno all’altro. Questi neuroni sono parte di un potente circuito del nostro cervello, chiamato sistema limbico; esso svolge diverse funzioni, tra cui regolare l’aspetto emotivo dei pensieri, filtrare gli stimoli esterni attraverso lo stato emotivo, immagazzinare gli eventi emozionalmente significativi, modulare la libido.

Le emozioni sono esclusive degli esseri umani?

Gli animali mostrano la stessa tipologia di emozioni e lo stesso grado di interazione tra emozione e razionalità? La risposta, tuttavia, non è immediata. L’attuale ricerca dimostra in modo convincente che quantomeno alcune specie provano un’ampia gamma di emozioni assimilabili alle emozioni umane considerate primarie, che hanno un carattere automatico e che sembrano essersi conservate nella scala evolutiva: paura, gioia, ira, sorpresa, tristezza, ripugnanza. I dubbi maggiori si hanno con le emozioni complesse, come l’amore, il senso di colpa, la vergogna, lo sconcerto, l’orgoglio, l’invidia o la gelosia, poiché queste sono più modificabili dall’apprendimento e necessitano di un processo di valutazione ed espressione più elaborato, a cui partecipa la corteccia cerebrale. Ad oggi, pare che almeno i mammiferi possiedano la capacità di rispondere a stimoli emotivi paragonabili alle emozioni primarie negli uomini, sebbene ogni specie abbia sviluppato un proprio repertorio frutto di particolari adattamenti evolutivi. Esclusi i mammiferi, in altri gruppi di vertebrati o invertebrati tali risposte sono meno evidenti.

Curiosità: ereditare le emozioni

Alcune emozioni, associate solitamente a esperienze traumatiche, possono essere ereditate e trasmesse alle successive generazioni. Si ritiene che l’esperienza traumatica influisca sul nostro materiale genetico, in particolare sui processi di metilazione del DNA. È straordinario quindi, come l’informazione verrà codificata epigeneticamente nel DNA degli spermatozoi, e in tal modo, verrà trasmessa dai padri ai figli e persino ai nipoti.

È importante che la ricerca scientifica continui a scoprire di più su questo magico mondo delle emozioni. Capire come esse funzionano può spianare la strada al trattamento di molte malattie, si potrebbe, ad esempio, essere in grado di ideare farmaci che intensifichino o riducano progressivamente alcune emozioni, senza interferire con altre funzioni cerebrali. Allo stesso modo, si potrebbero manipolare i ricordi associati a specifiche emozioni al fine di combattere stati patologici come la depressione o il disturbo post-traumatico.

Alessia Capasa, psicologa

Bibliografia

Bear, M.F., Connors, B.W., Paradiso, M.A., Neuroscienze. Esplorando il cervello. Edra, Milano 2016

Darwin, C., L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali. Bollati Boringhieri, Torino 2012

Ekman, P., Te lo leggo in faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste, Edizioni Amrita, Torino 2010

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