Ti racconto un attacco di panico

uomo con attacco di panico

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All’improvviso realizzo che qualcosa non va. La realtà che mi circonda si mostra minacciosa, paurosa, eppure apparentemente nessun pericolo è alla porta, e per porta non intendo certo l’ingresso di casa. Seduta a fianco la mia futura moglie, promessi sposi tra poco più di quattro mesi, lei non si accorge di nulla, è presa dalla tv, guardavamo insieme squadra antimafia com’era solito il mercoledì sera, e mentre inizio a temere le sceneggiature di una fiction un’angoscia insolita mi avvolge, inizio ad avvertire una leggera ma persistente pressione al cranio ”non avrò mica un tumore al cervello???”

Sarò subito chiaro, sicuramente più di quanto lo sia stato con me stesso, no! Non avevo un tumore al cervello. Questo però io non lo sapevo, ovviamente, ed ero alla costante ricerca d’indizi, segnali del mio corpo, che confermassero la maligna ipotesi. Ecco quindi che riaffiorano alla mente ricordi bizzarri, come quando due giorni prima ebbi difficoltà a pronunciare il nome del mio migliore amico, o ancora peggio avevo sulla punta della lingua il nome di mio fratello, la memoria nell’ultimo periodo difettava, più di qualcuno mi aveva fatto notare di essere “assente”, ero spento e distratto, anche i miei occhi erano stanchi… e mentre pensavo questo la mia vista si appanna, Calcaterra abbandona la scena e la maligna ipotesi diventa sempre più certezza “potrei avere un tumore al cervello!!!”.

Tutto questo avveniva in meno di un minuto, anzi saranno trascorsi appena venti secondi, venti lunghissimi secondi. Angoscia, quella maledetta angoscia m’impediva d’essere logico, i pensieri decidono di alzare la voce, diventano rumorosi, fastidiosi. Sono in trappola! Ostaggio di una vocina stridula e accelerata che diventa sempre più estranea, insopportabile… vorrei strapparmi la testa pur di azzittirla! L’agitazione aumenta, vampate di calore, sudori freddi, il cuore batte all’impazzata, il respiro diventa corto, i muscoli tesi, le gambe iniziano a tremare e non riesco a fermarle, il mondo intorno a me è così irreale, non mi appartiene, io non mi appartengo! Ho paura di perdere il controllo, d’impazzire… di morire. Tutto questo in un minuto. Che sia stramaledetto squadra antimafia, saranno state le sue scene violente a provocare tutto questo… ma mentre lo pensavo sapevo infondo che era una cavolata, non poteva essere andata così. Miseria ladra non posso lasciarmi prendere dall’ansia, cosa mi sta succedendo? Un lume di ragione si fa strada nel panico suggerendomi un ipotesi rassicurante “forse sarà che sono così teso, i muscoli rigidi e contratti dalle gambe alla schiena finanche il cranio… sarà questo a provocarmi il fastidio alla testa!?!… si, si credo di si! Sarà certamente così, altro che tumore!!! Credo…”. Il cuore ha iniziato a rallentare, il respiro si faceva regolare, la ragione si faceva garante del pensiero, seppur la mente, come una banca alla richiesta di apertura mutuo da un libero professionista, faceva bene attenzione a fidarsi e gonfiava d’interessi la somma da restituire. Ed ecco quindi che pagavo il debito in energia vitale. Ero stanco, stanchissimo, direi svuotato dentro e logorato fuori neanche avessi zappato la terra e svolto calcoli algebrici nello stesso tempo, con le melodie di Gigi D’Alessio a ricordarmi che ad agosto nevica. Un vero incubo! Ciononostante le mie gambe avevano ancora energia per tremare, e ne avranno avuto ancora per un bel po’… di giorni. Era l’inizio di un brutto periodo, destinato e diventare il più bello della mia vita.
L’ansia: una gran bella occasione di crescita… se adeguatamente compresa e gestita.

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