Abitudini orali dannose: di cosa parliamo?

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Genericamente quando si parla di “abitudini” ci si riferisce a dei comportamenti ripetitivi che col passare del tempo e dopo numerose ripetizioni vengono eseguiti senza pensarci, diventando automatici. Se queste abitudini coinvolgono la muscolatura orofacciale intra e periorale si può parlare di abitudini orali.

Una buona abitudine orale è per esempio quella di lavare i denti, tuttavia esistono molteplici abitudini orali che non solo non portano benefici alla nostra salute, ma sono addirittura dannose.

Possiamo definire come abitudini orali dannose quelle abitudini che possono compromettere lo sviluppo e la crescita cranio-facciali, interferendo con la posizione dei denti e le funzioni del sistema stomatognatico (suzione, respirazione, masticazione, deglutizione, speech).

Ma quali sono queste abitudini? In età evolutiva una delle più comuni è senza dubbio l’utilizzo del ciuccio.

L’utilizzo del ciuccio viene tramandato di generazione in generazione, tanto da essere entrato nella consuetudine della nostra cultura, ma a ben guardare questo strumento può rivelarsi dannoso. Il ciuccio viene introdotto dai genitori fin dai primi mesi di vita perché è legato all’idea di ridurre il disagio del bambino, di calmarlo e farlo smettere di piangere. Il bambino però non è a conoscenza del ciuccio, chi glielo presenta sono i genitori! Se il bimbo piange è perché ha uno stimolo (fame, sonno, etc.) o un bisogno: dargli il ciuccio placherà solo momentaneamente il suo pianto, ma non soddisferà il suo bisogno fisiologico. Questa abitudine perpetuata negli anni può portare ad alterazioni della propriocezione nella cavità orale, del tono della muscolatura, della posizione della lingua e nell’allineamento dei denti. Il sistema stomatognatico sarà ancor più influenzato dalla presenza di questa abitudine orale se al ciuccio vengono legati fazzoletti, corde o pesi.

Un’altra abitudine molto diffusa nella nostra società è quella dell’utilizzo del biberon.

È comune il pensiero che seno e tettarella del biberon siano tra loro “interscambiabili”, ma in realtà l’allattamento col biberon prevede un reclutamento differente della muscolatura e delle strutture orofacciali rispetto all’allattamento al seno. Se non ci sono problematiche che lo rendono impossibile, l’allattamento al seno è sempre da preferire poiché favorisce un armonioso sviluppo del sistema e delle funzioni, al contrario del biberon.

Anche il succhiamento del pollice, come il ciuccio e il biberon, può provocare delle severe alterazioni poiché il dito fermo tra le arcate dentarie che spinge verso l’alto interferisce con le strutture, blocca il naturale avanzamento e sviluppo della mandibola e ostacola espansione e abbassamento del palato duro.

Tra le abitudini orali dannose vi sono inoltre l’abitudine di tenere un oggetto in bocca, di mordere le labbra o la parte interna delle guance e l’onicofagia.

Cosa fare quindi se si è in presenza di un’abitudine orale dannosa?

La scelta migliore è quella di contattare un professionista come il logopedista per intraprendere insieme un percorso di rimozione del “vizio” dopo un’attenta osservazione delle strutture stomatognatiche e delle funzioni orali e nasale del bambino.

Nel caso l’abitudine orale abbia già provocato delle alterazioni morfologiche o delle disfunzioni, è bene che l’approccio sia multidisciplinare e coinvolga anche altre figure come l’ortodontista e l’otorinolaringoiatra.

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