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Come reagiscono i bambini e gli adolescenti con disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) alle misure di contenimento durante la pandemia COVID-19?

Nel contesto della pandemia, studi recenti mettono in evidenza il possibile impatto negativo delle misure di contenimento sulla salute mentale della popolazione generale, in particolar modo della popolazione pediatrica.

I bambini e gli adolescenti con disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) sono potenzialmente un gruppo vulnerabile; la fine improvvisa della scuola, l’aumento del tempo trascorso in famiglia e l’ansia legata alla crisi sanitaria ed economica sono fattori che possono influenzare i loro sintomi.

L’obiettivo dello studio, condotto in Francia, è quello di analizzare le percezioni dei genitori sulla salute mentale dei loro figli con ADHD durante la pandemia.

Cinquecentotrentotto genitori hanno risposto ad un sondaggio online anonimo offerto tramite i social network o pubblicato su siti web di associazioni per soggetti con ADHD.

Dalle loro risposte è emerso che la maggior parte dei bambini e degli adolescenti con ADHD, durante la fase di contenimento, ha ottenuto una stabilità o un miglioramento del proprio benessere.

Nei commenti dei genitori è ricorrente il tema della riduzione dell’ansia. Pur mantenendo un ritmo incalzato, il fatto di non avere degli orari rigidi e di avere una minore pressione scolastica sono fonte di benessere, in quanto riducono lo stress imposto dalla vita quotidiana. Pertanto l’ansia dei bambini e degli adolescenti con ADHD sembra diminuire durante i periodi di isolamento, al contrario della popolazione pediatrica generale.

Molti genitori riferiscono un aumento dell’autostima determinato dalla riduzione dei segnali negativi che il bambino solitamente riceve nel contesto scolastico a causa del suo disturbo.

Alcuni genitori notato un miglioramento dei sintomi di disattenzione associato ad un aiuto personalizzato dovuto alla loro presenza, un programma flessibile e un ambiente con pochi distrattori favorevole per il bambino.

Inoltre, i genitori ritengono che il “contenimento ideale” sarebbe una casa con giardino dove il bambino possa dare libero sfogo alla sua iperattività motoria.

La principale sfida per i genitori non è legata all’ansia da Covid né ai vincoli di contenimento, bensì alla gestione della scolarizzazione, in particolare nel momento in cui il bambino manifesta insofferenza attraverso atteggiamenti di evitamento e opposizione.

Per tale motivo, la maggior parte dei genitori considera indispensabile il consulto psicologico online, che descrive come un’esperienza positiva. Riferiscono, infatti, di essere stati rassicurati dall’ascolto e dalla disponibilità dei vari professionisti, sostenendo la necessità di una più ampia diffusione di questa pratica.

Articolo a cura di Federica Casciaro – Dottoressa in Psicologia del Ciclo di vita e dei Contesti

Bibliografia

https://doi.org/10.1016/j.encep.2020.05.011

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