Emozione, il timone che guida il pensiero e l’apprendimento

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Nel contesto scolastico, le emozioni sono spesso considerate ausiliarie o secondarie al processo di apprendimento, piuttosto che come parte integrante della conoscenza che si sta costruendo.

Ci aspettiamo che i bambini “mettano da parte i loro sentimenti“ in modo da potersi concentrare meglio sullo studio.

In quest’ottica, tuttavia, le emozioni sono viste come antagoniste di una buona cognizione, che ha bisogno di essere regolata nell’ interesse di un giudizio più maturo (Immordino-Yang, Fischer 2009).

Un settore d’avanguardia della ricerca nelle neuroscienze è lo studio dell’elaborazione affettiva e sociale, poichè, le emozioni giocano un ruolo fondamentale non solo nei processi cognitivi di base come la motivazione ad apprendere, ma anche nella soluzione di problemi e nelle decisioni.

L’emozione è un timone che guida e dirige il pensiero degli studenti, aiutandoli in modo concreto a richiamare le informazioni ed i ricordi rilevanti per l’argomento o per il problema con cui hanno a che fare (Immordino-Yang , 2007; Damasio 2007). Possedere semplicemente una conoscenza non implica che uno studente sarà in grado di utilizzarla vantaggiosamente al di fuori della scuola; le scoperte della neurobiologia delle emozioni evidenziano che, nel mondo reale, la cognizione, implementata dall’impianto emotivo, funziona al servizio degli obiettivi di regolazione nella vita quotidiana.

Quando gli studenti che vengono incoraggiati a impegnarsi per dare un senso al materiale di studio, sviluppano “intuizioni emotive” più rilevanti per prendere decisioni nella vita quotidiana. L’intuizione può essere intesa come l’incorporazione del segnale emotivo non cosciente nelle conoscenze che si stanno acquisendo (Ablin, 2008). Gli studenti efficienti costruiscono “intuizioni“ utili e rilevanti che guidano i loro pensieri e le loro decisioni, tali intuizioni integrano le reazioni emotive con il processo cognitivo e incorporano ciò che è stato appreso dall’esperienza ( Damasio, 1994; Immordino-Yang , 2007; Damasio 2007).

Il compito dell’educazione è quello di supportare i bambini con diversi profili neurocognitivi e neuropsicologici nello sviluppo di competenze efficaci ed al tempo stesso flessibili (Immordino -Yang , 2007; Rose, Meyer, 2006).

Le neuroscienze stanno rivelando che, più che impegnarsi ad eliminare o “andare oltre“ le emozioni, l’apprendimento più efficace ed efficiente incorpora le emozioni nella conoscenza che si sta costruendo.

Gli insegnanti possono usare questa prospettiva neuroscientifica per orchestrare attivamente il clima emotivo in classe, in modo che sia favorevole alla percezione di questi sottili stati emotivi, progettando esperienze didattiche che incoraggino connessioni emotive rilevanti con il materiale che viene appreso.

Diventa dunque evidente la necessità di una nuova prospettiva didattica che ponga in interrelazione emozioni e cognizione alla luce dell’importanza delle emozioni nel pensiero razionale. La pratica educativa contemporanea deve imparare a riconoscere e considerare le emozioni non come un elemento secondario o d’interferenza nell’apprendimento, ma come una vantaggiosa risorsa educativa (Immordino-Yang , 2008, Haidt, 2001;).

Dott.ssa Longobardi Sara
Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive

References

SINGER, F.M. (2007), “Beyond conceptual change: Using representation to integrate domain-specific structural models in learning mathematics”. In Mind, Brain, and Education, 1,2, pp.84-97 IMMORDINO-YANG, M.H. (2007), “A tale of two case: Lessons for education from the study of two boy living with half their brain”.In Mind, Brain, and Education, 1,2, pp 77-83. DAMASIO A.R. (1994), L’errore di Cartesio. Emozione ragione e cervello umano. Tr. it. Adelphi, Milano 1995. IMMORDINO-YANG, M.H. (2008), “The smock around mirror neurons: Goals as sociocultural and emotional organizers of perception and action in learning”. In Mind, Brain, and Education, 2,2, pp 67-73. ABLIN, J.L. (2008), “Learning as problem design versus problem solving: Making the connection between cognitive neuroscience research and educational practice”. In Mind, Brain, and Education, 2,2, pp 52-54 HAIDT, J. (2001), “The emotional dog and its rational tail: A social intuitionist approach to moral judgment”. In Psychological Review, 108, 4, pp. 814- 834. GARDNER, H., CSIKSZENTMIHALYI, M., DAMON, W. (2001), Good Work: When Excellence and Ethics Meet. Basic Books, New York. TOMASEKKI, M., CARPENTER, M., CALL, J., BEHNE, T., MOLL, H. (2005), “Understanding and sharing of intentions: The origins of cultural cognition” In Behavioral and Brain Sciences, 28, pp. 675-735.

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