Enuresi infantile: quando e perché intervenire

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Il controllo sfinterico è una delle tappe che il bambino raggiunge durante il suo sviluppo, oltre ad essere una competenza che deve apprendere, acquisire e generalizzare durante l’età prescolare.

In questa fase il bambino impara il controllo per passare dall’uso del pannolino a quello del vasino sia di giorno, si in un secondo momento, anche durante la notte. Quando un bambino non raggiunge in autonomia queste competenze, allora è possibile prendere in considerazione la diagnosi di enuresi.

In letteratura (Evans, Radunovich,2009; Naitho et.,2014)) si distinguono le diverse tipologie di enuresi in base al momento della giornata in cui si verificano gli episodi enuretici; abbiamo così l’enuresi notturna, l’enuresi diurna e quella mista.

L’enuresi notturna viene classificata come tale quando la perdita di urine si ha solo durante la notte, più specificatamente nella prima parte del sonno.

Con l’enuresi mista gli episodi si verificano sia di notte sia di giorno. Tali tipologie si possono manifestare in modo continuativo oppure alternando i momenti in cui il bambino ha il controllo sfinterico a quelli a cui non lo ha; in questo caso si parla di enuresi a intermittenza.

L’Enuresi diurna si presenta con la perdita di urina durante il giorno.

Talvolta, l’enuresi è classificata in due tipi, a seconda di quando il problema si sviluppa.

  • Enuresi primaria: il bambino non ha mai acquisito il controllo della minzione; si ha quando un bambino di 4 o 5 anni non ha mai usato il vasino in quanto il controllo della minzione, non è stato raggiunto.
  • Enuresi secondaria: rappresenta una regressione, cioè il bambino diventa enuretico dopo un lungo periodo (di mesi o di anni) di perfetto controllo della funzione vescicale. L’enuresi, in questo caso, è prevalentemente notturna e spesso si verifica in risposta ad una situazione emotiva stressante.

In generale, per qualsiasi tipologia di enuresi, l’obiettivo dell’intervento è agire concretamente sul comportamento del bambino, utilizzando un sistema di rinforzi che lo conduca all’acquisizione del comportamento target (come l’uso appropriato del bagno, l’autocontrollo dello stimolo della pipì e l’autonomia) e all’eliminazione di quello indesiderato e ansiogeno (bagnare il letto).

Non è da sottovalutare che il bambino, a causa di questi episodi, può essere turbato a livello psicologico ed emotivo, perciò è importante garantire un aiuto per supportare le sue ansie, paure e vergogne.

BIBLIOGRAFIA:

(Nerina Fabbro 2016) Psicoterapia con i bambini e le famiglie. Interventi cognitivo comportamentali in età evolutiva

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