Recensione libro: “Le paure segrete dei bambini”

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“A volte riusciamo a convincerla a provare qualcosa di nuovo, ma altre volte è solo una bambina allo sbando che trema e singhiozza”

La madre di una bambina di 7 anni

Le paure segrete dei bambini” è un libro scritto da Lawrance J. Cohen, il quale, oltre ad essere psicologo e psicoterapeuta specializzato nel gioco infantile e nella genitorialità, racconta la sua esperienza di “bambino ansioso”.

Molti genitori riferiscono che le rassicurazioni razionali spesso falliscono di fronte alla logica della paura, infatti i pensieri ansiosi sono molto resistenti alla ragione: non è sufficiente riconoscere la loro irrazionalità, ribattere e ancorarsi al mondo reale anziché a quello spaventoso e immaginario.

Il risultato sono spesso genitori frustrati perché si sentono impotenti e incapaci di aiutare i loro figli, preoccupati per il futuro dei loro bambini e talvolta arrabbiati, perché vedono il loro bimbo bloccato senza un motivo apparente.

“Chi siamo noi per affermare che la preoccupazione di un bambino è ridicola? Certo, i mostri sotto il letto non sono reali ma la paura del bambino è reale.”

Attraverso la connessione, il gioco e l’empatia, Cohen guida i genitori ad insegnare ai loro figli a gestire il “sistema di sicurezza” di cui sono dotati, a far crescere la loro soglia di tolleranza alle situazioni che generano disagio, ad allentare la tensione e favorire la calma nei momenti difficili.

Bambini che hanno paura dell’acqua, dei temporali, del buio, di sbagliare, dei mostri, di restare da soli, di stare con gli altri, di provare qualcosa di nuovo.

Le idee e gli spunti contenuti in questo libro si possono applicare ai bambini che sperimentano una preoccupazione occasionale e a bambini cronicamente timorosi o ansiosi. Come? Attraverso un approccio giocoso all’ansia infantile.

“La vita umana è tutta centrata sulla connessione: la gravidanza, l’allattamento, l’alimentazione, cullare e coccolare, il contatto visivo, il gioco, condividere, calmare e confortare, ascoltare e parlare, l’amicizia, l’empatia, l’amore e l’affetto. La connessione aiuta i bambini a sentirsi sicuri, fiduciosi e felici”.

L’obiettivo del lavoro con i bambini, oltre a rimuovere la tristezza causata dall’ansia, è che vivano pienamente, si relazionino con il mondo, corrano rischi equilibrati, abbraccino l’ignoto e si svincolino dai limiti.

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